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Descrizione

SESO, BORGOFRANCO, BOROGOSESIA:

breve percorso nella storia della città.

Il Medioevo

Della città medioevale Borgosesia mantiene sicuramente il nome, data l'origine germanica di borgo (burg), indicativa di “centro rurale fortificato”-anche solo da un fossato-abitato dal popolo, contrapposto al locale castrum o castellum, dimora del signore e dei suoi rappresentanti. Nella zona nord del centro storico di Borgosesia, salendo dalla piazza parrocchiale lungo le attuali via Cairoli e piazza Garibaldi, in pochi passi percorriamo le tracce del Medioevo borgosesiano più antico. Dall'antichissima pieve del vico (villaggio) di Seso, definita dal vescovo Bescapé “matrice di tutta la valle” , c'inoltriamo nel rione Sassola e per vicoli laterali del nucleo abitato ancora detto borghetto sulla sinistra , e sulla destra tra blocchi/quartieri di edifici dipendenti dal castello dei conti di Biandrate, l'attuale ristrutturato Castellaccio.

Raccolti fra la pieve e il castello, gli ambienti di Seso vissero per secoli in un'area di antico insediamento (come testimoniano reperto romani rinvenuti specialmente lungo l'attuale via Nicolao Sottile) percorsa dal rio Pianezza oggi incanalato, circondata da campi e prati per le coltivazioni e i pascoli , tra le colline coperte di boschi o coltivate a terrazze. Il destino di Seso, e del successivo borgofranco, fu determinato dalla sua specifica posizione: dare accesso alla Valsesia superiore e sorvegliare i transiti e i guadi del fiume Sesia. Quando la pieve di Seso, testimoniata come tale fin dai secoli precedenti il Mille, con diritto di battesimo e di sepoltura, fu centro ecclesiastico di un ampio territorio in Valsesia, sino ai confini con la Valsessera e il Cusio, appartenente alla diocesi di Novara, la comunità era organizzata in una curtis (corte) con una propria amministrazione ed economia aperta pure a scambi di mercato, collegata ad un dominio feudale (la contea di Biandrate).

L'antica strada “biandrina” dalla pianura alla Valsesia si snodava lungo un percorso segnato di rocche e di castelli: Sillavengo, Carpignano, Breclema (nei pressi di Gemme), Romagnano, Grignasco; a nord di Grignasco il castello di Robiallo, sovrastante Bettole; Montrigone, con un suo borgo dipendente ; Vanzone (sul colle dell'attuale chiesetta di Santa Maria) con un borgo sottostante, e la rocca di Roccapietra sorvegliavano in sponda sinistra i passaggi di uomini e merci da e per la pianura, garantivano la sicurezza delle mandrie e greggi transumanti.

Ma vigilavano pure su importanti strade d'accesso alla valle, forniti di armi e di soldati per la difesa e l'offesa. In sponda destra il castello Agnona, con l'avancorpo della torre di Aranco, controllava lo sbocco della Valsessera (terra vercellese) e la strada da Gattinara a Serravalle (pure vercellesi).

Era un sistema difensivo capillare e coerente, al centro del quale su un'altura di Seso si ergeva il castello tradizionale di Biandrate.

Sino ai primi anni del 1300 la storia valsesiana è più la storia di Biandrate: quando l'ingresso in Valsesia fu spartito tra due gruppi rivali della medesima famiglia. Robiallo e Vanzone toccarono a Guido e Umberto, fedeli a Vercelli ed alla Chiesa; Montrigone e Rocca ai figli del conte Gozio, già residente al castello di Seso, che trasportarono la loro sede a Varallo. Pertanto il comune di Vercelli nel 1246-47 intervenne per difendersi da eventuali attacchi dei conti del comune di Novara.

Poco a valle dell'antico Seso costituì un borgofranco, opportunamente fortificato, con una propria amministrazione e particolari privilegi.

Il nucleo originario del nuovo borgo (Borgo di Sesio o Borgo Franco, o di Seso negli “statuti di Novara” e nelle carte valessiane” studiate dal Mor) è in parte identificabile nella zona compresa tra l'attuale chiesa di S. Marta (ampliata sulla primitiva cappella) e la via Borgofranco, probabilmente inoltratesi verso la chiesa parrocchiale e congiunto a Seso fu solo un'addizione del già esistente borgo di castello, opportunatamente fortificato nel complesso. E' comunque storicamente accertato che i borghi franchi di Gattinara, Serravalle e Borgosesia furono istituiti dal comune di Vercelli, a monte della prima Rado il primo, e di Naula il secondo; a Seso la presenza del castello e di un borgo imposero un intervento solo aggiuntivo. Il nostro borgofranco, posteriore di pochi anni ai due citati, realizzava per Vercelli un collegamento tra l'ingresso in valle dalle appendici del Fenera all'Oltre il Sesia, verso quella sponda destra di dominio vercellese raggiungibile dal traghetto di S. Maria- S.Marta.

La funzione difensiva del Borgofranco di Seso ebbe breve durata: in pochi decenni la potenza di Biandrate e l'alleanza con Vercelli s'indebolirono e si vanificarono, sopraffatte dalla forza politica e militare del comune di Novara e delle nuove istituzioni comunali e comunitarie in valle. Quando,nel corso del 1300 i castelli e le rocche dei Biandrate furono abbattuti, il paesaggio storico valsesiano in parte cambiò ma il Borgo di Seso mantenne per secoli, pur cambiando nome, i luoghi reali e simbolici del suo Medioevo.

Da “Il Monte Rosa del 18-2-89

(Testo di Franca Tonella Regis)

La storia moderna:

Dal dominio dei Biandrate Borgosesia e la Valsesia passarono sotto l'autorità dei Duchi di Milano prima e degli spagnoli poi.

Dal 1707 entrò a far parte del territorio sabaudo, mantenendo pur sempre una certa autonomia, con propri statuti e privilegi fiscali date le scarse risorse della terra valsesiana.

Sarà Napoleone a sopprimere questi privilegi e ad imporre, con i nuovi confini di stato lungo la Sesia, la divisione politica del territorio tra le due sponde (la riva destra del Piemonte- Francia, la riva sinistra Lombardia- Italia).

Questa divisione fu subita negativamente dalla popolazione e, non casualmente, alla caduta di Napoleone il giubilo fu grandissimo.

Con la caduta di Napoleone ritornarono alcuni privilegi e, con i Savoia, sai ricompose la precedente unità territoriale. La Valsesia si integrò socialmente e politicamente nel contesto del Regno Sabaudoe dell'Italia unitaria.

La piazza di Borgosesia in una immagine storica.


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